di BEATRICE SILENZI
In questo febbraio, l’umanità ha assistito a un evento storico: l’arrivo del rover Perseverance della NASA sul pianeta Marte.
Una missione epocale ha catturato l’attenzione di milioni di persone in tutto il mondo, aprendo nuove prospettive nella ricerca della vita extraterrestre e aprendo le porte a incredibili scoperte scientifiche.
Dopo un viaggio di oltre sette mesi nello spazio, il rover Perseverance ha raggiunto la superficie di Marte il 18 febbraio.
L’atterraggio, noto come “sette minuti di terrore”, è stato un successo straordinario e ha dimostrato la precisione e la complessità delle tecnologie spaziali impiegate per eseguire una manovra così delicata.
Perseverance è stato inviato su Marte con diversi obiettivi scientifici fondamentali.
Uno dei principali è la ricerca di segni di vita passata o presente sul pianeta rosso.
Il rover è equipaggiato con strumenti sofisticati, tra cui un braccio robotico, un sistema di campionamento e una suite di strumenti scientifici avanzati, che consentiranno agli scienziati di analizzare il terreno marziano e raccogliere campioni per future missioni di ritorno sulla Terra.
Perseverance esplorerà una regione di Marte chiamata Crater Jezero, che si ritiene sia stata un tempo un lago. La presenza di un antico ambiente acquatico potrebbe fornire indizi cruciali sulle origini del pianeta e sulla possibilità di vita passata.
Il rover studierà la geologia, la chimica e la composizione del terreno, cercando tracce o altre evidenze che potrebbero indicare la presenza di organismi microscopici ed è dotato di strumenti tecnologici all’avanguardia, inclusa una telecamera ad alta risoluzione, uno spettrometro di massa e un drone elicottero chiamato Ingenuity.
La missione di Perseverance rappresenta un passo avanti significativo nell’esplorazione di Marte e nella ricerca di vita extraterrestre.