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di BEATRICE SILENZI

Quasi un mese fa, il 24 febbraio, è stata una data che ha mandato shock e preoccupazione in tutto il mondo, poiché la Russia ha intrapreso un’azione militare diretta invadendo l’Ucraina. Questo conflitto ha scosso l’Europa e il resto del mondo, sollevando timori per la stabilità e la sicurezza.

Le tensioni tra la Russia e l’Ucraina erano già alte da anni, ma l’invasione ha rappresentato un punto di svolta. 

Tra le cause principali ci sono le dispute territoriali, come il controllo della Crimea e del Donbass, nonché le differenze politiche ed economiche tra i due paesi, con significative implicazioni a livello internazionale. 

A livello nazionale, si è creato un clima di instabilità e incertezza per i paesi confinanti, con il rischio di un’escalation del conflitto, fuori dai confini, la comunità internazionale ha condannato l’azione russa come una violazione della sovranità e dell’integrità territoriale dell’Ucraina.

Numerosi paesi hanno espulso diplomatici russi, hanno imposto sanzioni economiche e intensificato la cooperazione militare con l’Ucraina, modalità non unanimamente condivise. Inoltre, organizzazioni come l’Unione Europea, la NATO e l’ONU hanno giocato un ruolo chiave nel coordinare le risposte internazionali e nella promozione di una soluzione diplomatica al conflitto.

Poiché sembra essere assai lontano il raggiungimento di una soluzione pacifica e duratura al conflitto, è tuttavia in costante crescita il numero di persone sfollate e di profughi che hanno cercato rifugio all’estero.  Non meno serio è il problema generato dalle importanti ripercussioni in ambito energetico, economico e alimentare.