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di Alessandro Adami

In questo articolo cerchiamo di analizzare gli aspetti positivi e negativi del progetto AI Worldcoin di Sam Altaman.

Il potenziale legato a questa azienda AI è enorme, ma il modo in cui il Altman ha ottenuto finanziamenti e visibilità fa discutere il pubblico, evidenziando delle controversie scoraggianti.

Tra queste è da segnalare anche l’impatto che Worldcoin e l’AI potrebbe avere sul mondo intero ed in particolare sui lavori che verranno rimpiazzati dalla tecnologia.

Sam Altman: il potenziale del progetto AI Worldcoin

La settimana scorsa è stato lanciato ufficialmente il progetto AI di Sam Altman Worldcoin, accompagnato dal listing del token WLD sui principali exchange per criptovalute.

Dopo 18 mesi di beta testing, dove il promettente progetto ha ottenuto oltre 2 milioni di iscrizioni, Worldcoin ha fatto il suo debutto ufficiale a livello globale lanciando anche la piattaforma World App, sviluppata dalla società tecnologica Tools of Humanity.

L’obiettivo di Worldcoin e di Sam Altman è quello di fornire un identikit digitale tramite la scannerizzazione dell’iride attraverso un hardware AI chiamato “orb”, in grado appunto di riconoscere dati biometrici delle persone tramite un veloce scan.

https://twitter.com/worldcoin/status/1685258107109122048

Il potenziale di questa tecnologia è immenso perché presenta la soluzione ad una miriade di problemi che affliggono il mondo di internet, sia nel web2 che nel web3.

Basti pensare alla moltitudine di bot e di finti account che vengono quotidianamente creati sui social media creando pesanti disagi e danni alle community.

Inoltre, il riconoscimento di una “prova di personalità” tramite la scannerizzazione delle iridi dovrebbe essere svolta tecnicamente rispettando il principio della privacy delle persone, fattore che riveste un’importanza particolare al giorno d’oggi.

Per poter creare milioni di identità digitali ed ampliare il proprio bacino di utenti, la fondazione Worldcoin ha annunciato la scorsa settimane di aver ampliato la fornitura mondiale di “Orb” incentivando diversi utenti sparsi per il mondo ad utilizzare il dispositivo ricevendo in cambio un airdrop gratuito di token WLD pari a circa 60 dollari.

Il team dell’exchange Bitget crede che la criptovaluta in questione andrà in conto ad alcune difficoltà a causa di determinate tokenomics e condizioni di mercato

Una questione particolarmente penalizzante per WLD riguarda la pressione di vendite che diversi market maker potrebbero mettere in atto qualore il prezzo del token dovesse registrare un rialzo.

Ad ogni modo, al di là della price action del token, che soffre purtroppo di una max supply troppo elevata e di una capitalizzazione completamente diluita spropositata, sarà interessante vedere come si muoverà Sam Altman nei prossimi mesi per conquistare il trono da re dell’AI.

Le carte in tavola per imporsi come figura di spicco grazie al suo progetto ci sono: l’unico problema sarà quello di superare alcune controversie legate alle varie regolamentazioni locali e raggiungere un’ approvazione diffusa in tutto il mondo.

Sam Altman e le controversie legate all’AI e a Worldcoin

Come accennato, una delle sfide più importanti che Sam Altman dovrà affrontare sono quelle relative ad una serie di controversie legate al suo progetto AI.

Il primo punto di analisi riguarda il tema delle regolamentazioni: diverse autorità di vigilanza in Europa sono preoccupate per il modo in cui Worldcoin sta raccogliendo e trattando i dati personali dei propri utenti.

In particolare la commissione nazionale francese per l’informazione e la libertà (CNIL),  ha annunciato di aver aperto un’indagine sul token lanciato da Sam Altman e sull’intero progetto.

A preoccupare specialmente è la “legalità della raccolta dei dati” che appare dubbia così come le misure condizioni di conservazione dei dati biometrici, in concordanza con le autorità tedesche che sta lanciando anch’essa un indagine per capirne di più.

Anche l’Ico britannica, l’autorità nazionale per la protezione dei dati, si sta occupando del caso in maniera molto seria.

https://twitter.com/BTCTN/status/1685478955267043328

I regolatori europei stanno tenendo in considerazione 3 elementi su cui poter ponderare le accuse nei confronti di Sam Altman e della sua piattaforma AI.

In primo luogo troviamo l’assenza di una valutazione dell’impatto sulla protezione dei dati, obbligatoria sia all’interno dell’Unione europea che nel Regno Unito, prima del lancio di qualsiasi prodotto digitale.

Ci sono poi questioni legate alla legittimità dello scansionamento dell’iride, la cui raccolta dati è soggetta a regole severe ai sensi del GDPR che prevede informazioni più dettagliate per gli utenti di Worldcoin rispetto a quelle fornite attualmente. 

Chi accede a World app dovrebbe essere in grado di cancellare liberamente la propria adesione e di rifiutare la raccolta dei propri dati, anche se di queste opzioni non c’è traccia nella piattaforma.

Infine, troviamo il tema del trattamento dei dati personali e la fine che essi fanno quando vengono inviati al di fuori dell’Europa. Altman dovrebbe assicurarsi che l’azienda che li raccoglie sia riconosciuto adeguata dalla Commissione Europea.

Come se non bastasse, all’ insormontabile montagna di problemi legati alle regolamentazioni europee, ci sono altre controversie legate all’operato di Wordcoin e del modo in cui il progetto di intelligenza artificiale ha ottenuto finanziamenti.

Nel dettaglio un’indagine dell MIT ha trovato delle prove che definiscono “ingannevole e di sfruttamento” il modo in cui Sam Altman ha attirato partecipanti in Indonesia, Ghana e Cile.

Inoltre, dall’analisi degli esperti è emerso che uno dei primi sostenitori e finanziatori del progetto nelle fasi di early stage è Sam Bankman Fried, accusato di aver organizzato una frode da 8 miliardi di dollari con il suo ormai defunto exchange FTX.

Non proprio un bel biglietto da visita.

Le professioni che scompariranno grazie all’AI secondo Sam Altman

Un’ulteriore controversia riguardante Sam Altman e Worldcoin riguarda l’impatto sociale che gli strumenti AI generano all’interno delle comunità mondiali.

Come ben sappiamo, l’insieme delle tecnologie di intelligenza artificiale sono orientate a rivoluzionare il mondo del lavoro, creando nuove figure professionali specializzate ma eliminando tutta una serie di ruoli che oggi consideriamo fondamentali.

In un’intervista alla rivista statunitense “The Atlantic”, il fondatore di OpenAI e Worldcoin Sam Altman ha esplicato il suo pensiero riguardo l’effetto rivoluzione AI, che sembra ombra di dubbio farà scomparire alcuni lavori tradizionali.

In molti si chiedono quali settori in particolare verranno colpiti da questo trend, senza saper fornire una risposta concreta.

Alcuni esperti di OpenAI e ricercatori dell’Università della Pennsylvania hanno tuttavia effettuato uno studio a marzo 2023  in cui si tentava di dare una risposta preliminare a questa domanda.

Ciò che emerge è che i traduttori e gli interpreti saranno le mansioni che verranno più danneggiate dall’avvento dell’AI. 

Questo non è in realtà una sorpresa: basti pensare già alla capacità con cui si riesce facilmente a tradurre un testo su internet, anche senza l’utilizzo di software AI specifici.

Scrittori e professionisti del settore delle indagini invece saranno colpiti in maniera molto meno radicale, visto e considerando i fattori di “creatività ed unicità” che solo il tocco umano riesce a dare ad un testo.

Un altro studio, questa volta da parte di un professore di tecnologia dell’informazione a Princeton, evidenzia come gli avvocati, i professori, i giudici ed i gestori finanziari potrebbero trovarsi in pericolo nei prossimi anni.

A dire la verità tutti i settori saranno coinvolti, in maniera più o meno forte, dall’esplosione dell’AI.

Ciò rende complesso capire se ci saranno professioni immuni da questa rivoluzione.

Purtroppo o per fortuna il mondo del lavoro evolve ad una velocità della luce e l’integrazione con le nuove tecnologie non fa altro che accelerarne i processi evolutivi, le cui sorti sembrano essere ormai ignote anche agli esperti del settore.

Come accaduto con lo sviluppo di internet nei primi anni 2000, ciò che sarà più importante sarà adeguarsi al cambiamento e non rimanere aggrappati alle canoniche informazioni dei libri di scuola, abbracciando invece il progresso.

A tal proposito Sam Altman in una recente intervista, si è espresso con una frase rappresentativa di questa filosofia:

“Non penso che vogliamo tornare indietro”