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ART Breaking NEWS

di Beatrice Silenzi

La Mostra del Cinema di Venezia è prossima a chiudere i battenti sui suoi primi 80 anni, tanti.
Momento di bilanci e riflessioni, mentre il cinema è in uno dei suoi momenti più intensi.

Il Festival – nella splendida città lagunare che, già di per sé magica, si è illuminata ancora di più, in questi giorni – ha proposto un interessante dietro le quinte a base di sfavillanti eventi mondani, per appassionati cinefili.

Certo, non è necessario essere degli esperti del settore per apprezzare il cinema, ma può capitare di sentirsi spaesati e di non riuscire a trovare le parole adeguate quando si vuole discutere di una pellicola con gli altri.

Ecco dunque alcune indicazioni per arricchire il vocabolario cinematografico e sorprendere tutti!

  • La Durata

La lunghezza di un film è un parametro fondamentale per capire di che tipo di produzione si tratti.

Un cortometraggio ha una durata che di solito non supera la mezz’ora, il mediometraggio ha una durata tra 30 minuti e un’ora, il lungometraggio, infine, supera i 60 minuti (“feature film” negli States)

Alcune pellicole, tuttavia, sfidano queste definizioni.

“Modern Times Forever” film danese, dalla durata (assurda!) di 240 ore, pari a 10 giorni, è un’autentica sfida per chiunque voglia cimentarsi!

Tra i film italiani, “Novecento” di Bernardo Bertolucci, con oltre 5 ore di durata, si posiziona tra i più lunghi di sempre.

  • Quando si dice Remake

Quando un film si basato su un’opera preesistente non di natura cinematografica – ad esempio – un romanzo o un fumetto, si parla di “adattamento” o “trasposizione.”

“Shot-for-shot” è una locuzione che si riferisce a un film che riproduce fedelmente, scena per scena, un’opera cinematografica originale, spesso con attori diversi.

Infine, il “remake” è una versione nuova di un film già realizzato in precedenza, in cui viene mantenuta la trama, anche se cambiano cast ed ambientazione.

“The Magnificent Seven”, del 2016, è stato a sua volta il rifacimento del film del 1960, ispirato ai “Sette samurai” di Akira Kurosawa (1954).

  • Non tutto è Digitale

“Live Action” si riferisce a un film in cui gli attori e gli oggetti di scena sono reali, non animati al computer, né generati digitalmente.

Termine utilizzato per descrivere adattamenti di cartoni animati o fumetti in cui i personaggi prendono vita in carne e ossa (“La famiglia Addams”).

  • Donne creative

Alcuni termini comunemente utilizzati nel mondo del cinema, sono stati creati da donne.

“Premio Oscar” deve il suo nome a Margaret Herrick, prima bibliotecaria dell’Academy, che, vedendo una statuetta sulla scrivania di un collega, avrebbe esclamato: “è proprio uguale a mio zio Oscar!”

Il termine “Final girl” è stato coniato da Carol J. Clover nel suo libro “Men, Women, and Chain Saws: Gender in the Modern Horror Film” (1992) per descrivere il personaggio femminile che sopravvive e affronta l’antagonista nei film horror.

“Bullet Time” infine, è la tecnica cinematografica usata in “Matrix” che prende il nome da una scena iconica in cui i proiettili sembrano muoversi a rallentatore davanti al protagonista, Neo.