Distaccarsi dalla realtà, non è un’attività futile o semplici fantasie senza scopo, al contrario, rappresenta un momento prezioso in cui il cervello recupera uno spazio esclusivo per rimodellarsi, migliorando la propria plasticità e memoria.
Lasciarsi andare al sogno, infatti, giova alla mente, allevia le pressioni quotidiane, stimola la creatività e aiuta a trovare soluzioni originali a problemi irrisolti.
Il termine “daydreaming” si riferisce a quel fenomeno in cui la mente si allontana dal presente, immergendosi in una dimensione scollegata dalla realtà, simile a ciò che accade durante il sonno notturno.
Tutto avviene durante il giorno, mentre si è svegli e con gli occhi aperti: non si tratta solo di distrazione o semplice inclinazione a pensare ai propri affari mentre si svolge un’attività quotidiana, ma di una fantasticheria in cui la mente si “libera” e si trasferisce in un altro contesto.
Di solito, il sogno a occhi aperti si manifesta senza che la persona lo desideri attivamente e a lungo, i sognatori sono stati visti dagli psicologi come individui che si ritiravano in un universo parallelo per sfuggire alle difficoltà della vita.
Solo nel 1966, Jerome Singer ha iniziato ad indagare il fenomeno in modo approfondito, scoprendo che non si trattava di una deviazione cognitiva patologica, ma di un’attività mentale benefica.