Vi siete mai chiesti perché, a volte, non riuscite a staccare lo sguardo dal telefono, sentendo un irresistibile impulso a scorrere all’infinito le pagine dei social? La risposta potrebbe risiedere in una piccola molecola: la dopamina. Questo neurotrasmettitore è una sorta di messaggero chimico del cervello ed è il principale responsabile delle sensazioni di piacere e gratificazione, ma può anche diventare un pericoloso tiranno se non impariamo a gestirlo correttamente.
La dopamina è fondamentale per il benessere, poiché regola la motivazione, la nostra capacità di provare piacere e di imparare dai rinforzi positivi: viene rilasciato dal cervello quando ci troviamo di fronte a un’attività che percepiamo come gratificante.
Il problema, però, è che nel tempo, questo meccanismo può diventare un’insidiosa dipendenza.
Il cervello, infatti, si abitua a ricevere dosi sempre maggiori di dopamina, rendendoci meno sensibili a stimoli più leggeri. In sostanza, avremo bisogno di esperienze sempre più intense per raggiungere lo stesso livello di soddisfazione. Questo meccanismo può portare ad una sorta di “sovrastimolazione” del nostro cervello, che nel tempo può diventare fonte di disagio e dipendenza.
Per riportare il sistema di ricompensa del cervello a livelli normali, quindi, occorre un periodo di astinenza volontaria dai comportamenti che inducono un rilascio eccessivo di dopamina.
È questo il concetto alla base del cosiddetto “dopamine detox”, ovvero una disintossicazione dalla dopamina, o meglio, dai comportamenti che ne generano un rilascio eccessivo.
Questo processo è un’occasione per recuperare un equilibrio interiore e riprendere il controllo della propria vita, liberandosi dal giogo di abitudini che si sono trasformate in una dipendenza.