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ART Breaking NEWS

di Beatrice Silenzi

Le cartoline non si scrivono più. Da molti anni, in verità, determinando la fine di un’era di brevi comunicazioni e ricordi dai luoghi visitati.

Secondo un sondaggio, realizzato già 10 anni fa da un sito leader nella ricerca di voli aerei, solo un turista su 20 inviava ancora cartoline ai parenti e agli amici dal luogo di vacanza.

Al suo posto, le foto e i video inviati via mail o attraverso i social network sono diventati il nuovo modo di condividere i momenti di viaggio.

Le cartoline postali erano un mezzo pop per inviare brevi comunicazioni e ricordi dai luoghi visitati.
Tuttavia, a partire dagli anni Novanta, l’uso delle cartoline postali inizia a declinare.

Oggi, quando si parla di cartoline, si fa riferimento alle promocard, flyer promozionali simili alle cartoline, senza lo spazio per l’affrancatura e l’indirizzo del destinatario.

La storia della cartolina risale al 1° ottobre 1869, quando le poste austriache emisero le prime, chiamate Correspondenz-Karte.

Non dovendo viaggiare in busta chiusa, segnava una autentica rivoluzione nel servizio postale.

Erano cartoncini color avorio con uno spazio per l’indirizzo del destinatario e un messaggio di massimo venti parole.
L’anno successivo, in versione colorata e migliorata, decorate con disegni, figure e loghi, entravano in Francia.

Successivamente, sono state utilizzate per promuovere le bellezze artistiche e naturali di città e località turistiche.

In Italia, arrivano il 1° gennaio 1874, al costo di 10 centesimi per le città e 5 centesimi per le zone più lontane.
La diffusione, fino ai primi anni del Novecento, è notevole, tanto che Venezia ne ospita persino una Esposizione internazionale, nel 1899.

La capitale italiana delle cartoline è, invece, Isera, nel Trentino, dove nel 1980 è nato il Museo “Salvatore Nuvoli” che ne raccoglie oltre 35.000, di tutti i tipi.
Molti i soggetti legati alla Prima guerra mondiale, all’impero austro-ungarico, alla satira politica, alle località turistiche della Regione.

Ad oggi, in Italia, ci sono migliaia di collezionisti, la maggior parte dei quali sono uomini con oltre 50 anni di età.