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Una curiosità! Ma perché?

Si tratta di una superstizione che deriva da un’usanza dei marinai dei primi dell’Ottocento.

Gli equipaggi che si spingevano nelle isole del Pacifico, infatti, apprezzavano l’arte del tatuaggio e la riportavano in Europa, dove già dal Medioevo era stata proibita dalla Chiesa.

Tra i marinai era consuetudine tatuarsi simboli di buon auspicio prima di intraprendere un lungo viaggio in mare e la prassi era di farne uno alla vigilia del viaggio e un altro giunti a destinazione, mentre il terzo si faceva tornati a casa, al sicuro.

A questi tre se ne sommava un quarto in caso di nuova partenza, un altro al ritorno e così via.

Avere tatuaggi in numero pari significava quindi essere ancora lontani da casa, ma se erano dispari voleva dire essere al sicuro, con la famiglia.

La tradizione del numero dispari si è diffusa nel tempo anche fuori dall’ambiente marinaresco ed è tuttora rispettata da molti.

Ma non solo.

Anche i tatuaggi potevano avere un preciso significato.

Chi aveva un dragone, per esempio, voleva dire di essere stato in Cina, chi una tartaruga aveva varcato l’equatore.

Il tatuaggio sull’avambraccio lo avevano Churchill e Roosvelt.

Infine, cosa importantissima e da non trascurare sono la pulizia e l’accuratezza di un professionista serio e scrupoloso.

Un recente studio dell’Università di Regensburg, in Germania ha messo in evidenza che tra i quattordici pigmenti di nero più usati, alcuni sono alcuni tossici ed in grado di danneggiare le cellule.

MARGHERITA MARIANI