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ART Breaking NEWS

di Beatrice Silenzi

Basta sprechi. Soprattutto alimentari.

Questo è il principio alla base dell’iniziativa del deputato Giandiego Gatta di presentare una proposta di legge sulla “Obbligatorietà della doggy bag”.

Una mossa intelligente e responsabile nel contesto della lotta allo spreco alimentare cosa che, più che un problema, sembra essere una sfida e la proposta mira a promuovere una pratica già consolidata in molte parti del mondo, specialmente negli Stati Uniti e in alcuni paesi europei come Francia e Spagna.

In realtà, di quando in quando è capitato, seppur raramente, vedere invitati di cerimonie, chiedere timidamente al cameriere di poter portare via qualcosa, per poterlo mangiare successivamente, eppure gli sguardi censori degli altri ospiti avevano sempre gettato una bieca luce sulle antesignane “doggy bags”.

Oggi l’obiettivo della proposta è in primis contribuire a contrastare lo spreco alimentare, quindi perfettamente allineato con la tanto vituperata Agenda 2030 (ma per altri motivi che sarebbe troppo complesso esporre al momento).

I dati indicano che, in Italia, ogni persona spreca in media 65 chili di cibo all’anno.  L’introduzione dell’obbligatorietà di una doggy bag potrebbe rappresentare un passo significativo verso la gestione più responsabile delle risorse alimentari.

La proposta – che prevede anche multe per i pubblici esercizi che non rispettano la normativa – punta a sensibilizzare dunque gli operatori del settore e, contemporaneamente, i consumatori.

L’esposizione di cartelli informativi nei locali ed i contenitori forniti e riutilizzabili per gli avanzi sono misure che incoraggiano senza dubbio una maggiore consapevolezza.

D’altro canto, alcune organizzazioni, come FIPE-Confcommercio e Slow Food Italia, sollevano perplessità sull’efficacia della proposta, sottolineando che la sfida principale dovrebbe essere la sensibilizzazione dei clienti, invece che l’imposizione di regole ai gestori.

Eppure, come detto in precedenza, dal momento che la resistenza a chiedere la doggy bag sembri derivare dai consumatori stessi, potrebbero essere necessarie delle lievi “spinte”, come iniziative educative e culturali per superare le prime barriere.

La proposta rappresenta un passo importante per entrare in una società più consapevole, ma il successo dipenderà dalla capacità di coinvolgere attivamente tutte le parti verso il problema.

Nella riduzione dello spreco alimentare, certo la doggy bag obbligatoria potrebbe essere un mezzo efficace, ma è fondamentale accompagnare questa normativa con campagne di sensibilizzazione per garantirne successo e comprensione unanime.