Quando il cibo spazzatura smette di piacere si apre la strada al dimagrimento.
Sembra assurdo, ma il piacere di mangiare – sì, anche quando si tratta di cibo spazzatura – potrebbe essere la chiave per mantenere un peso sano. Uno studio pubblicato su Nature ha messo in luce un fenomeno sorprendente: l’obesità, che spesso associamo a un amore smodato per le calorie, in realtà riduce il gusto per questi cibi, e questa scoperta potrebbe rivoluzionare il modo in cui affrontiamo il dimagrimento.
La ricerca, condotta dall’Università della California a Berkeley, ha individuato il colpevole di questo paradosso: una molecola chiamata neurotensina, i cui livelli crollano nei cervelli sottoposti a diete ricche di grassi.
I ricercatori hanno lavorato con i topi per capire come l’obesità influenzi il comportamento alimentare ed il risultato è chiaro: “Una dieta ricca di grassi modifica il cervello, portando a livelli di neurotensina più bassi, che a loro volta alterano il modo in cui mangiamo e rispondiamo a questi cibi”. La neurotensina è essenziale per il circuito della dopamina, il sistema che ci fa provare piacere e ricompensa. Quando manca, anche il cibo più goloso perde il suo fascino.
La vera sorpresa arriva con la soluzione proposta dai ricercatori. Ripristinando i livelli sia artificialmente, con interventi genetici, sia tornando a una dieta normale, si ricominciano a desiderare i cibi ipercalorici. Ma, invece di ingrassare ulteriormente, hanno perso peso e mostrato meno ansia.
“Abbiamo trovato un modo per ripristinare il desiderio di cibi ad alto contenuto calorico che potrebbe effettivamente aiutare nella gestione del peso”.
Questo non significa incoraggiare il consumo di junk food, ma piuttosto ristabilire un equilibrio nel comportamento alimentare. “Non si diventa immuni all’obesità, ma si normalizza il rapporto con il cibo”.
Ma cos’è esattamente la neurotensina?
È un peptide che agisce nel cervello e nel corpo, influenzando l’appetito e la percezione del piacere e questo potrebbe spiegare perché molte persone in sovrappeso finiscano in un circolo vizioso: mangiano di più non per piacere, ma per abitudine o necessità emotiva, mentre il gusto si spegne.
Con oltre 650 milioni di adulti obesi nel mondo (dati OMS), questa scoperta è un tassello fondamentale. Sebbene lo studio per ora sia limitato ai topi, apre la porta a ricerche sull’uomo: manipolare la neurotensina potrebbe diventare una strategia per trattare l’obesità?