Ogni anno, l’8 marzo si tinge di giallo mimosa, un fiore diventato simbolo di una ricorrenza comunemente definita “Festa della Donna” che seppur nella sua innocuità apparente, rischia di banalizzare una giornata dal significato storico e sociale ben più complesso e profondo.
Sì, perché parlare semplicemente di “festa” sminuisce la portata delle conquiste politiche, sociali ed economiche ottenute dalle donne nel corso della storia, offuscando la memoria delle lotte che hanno reso possibile il raggiungimento di tali traguardi.
L’8 marzo è, in realtà, la Giornata Internazionale della Donna, un’occasione per commemorare il passato, analizzare il presente e pianificare il futuro, con l’obiettivo di costruire una società più equa e inclusiva per tutti.
La narrazione popolare sulle origini è spesso intrisa di tragicità, legata a un presunto incendio avvenuto nel 1908 in una fabbrica tessile di New York, dove numerose operaie persero la vita: la storia, sebbene suggestiva, è frutto di una confusione con un altro incendio, anch’esso avvenuto a New York nel 1911, che causò la morte di 146 persone, tra cui molte donne. Tuttavia, nessuno dei due eventi è direttamente collegato alla nascita della Giornata Internazionale della Donna.
Le le radici sono da rintracciare nei movimenti operai e socialisti del primo Novecento, in un’epoca di grandi fermenti sociali e politici. Le donne, sempre più presenti nel mondo del lavoro, si battevano per ottenere migliori condizioni salariali e lavorative, per il diritto di voto e per l’uguaglianza di genere in tutti gli ambiti della società. Le manifestazioni, gli scioperi e le rivendicazioni portate avanti dalle donne di tutto il mondo hanno contribuito a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla loro condizione e a promuovere l’istituzione di una giornata dedicata alla celebrazione delle loro conquiste e alla denuncia delle disuguaglianze ancora esistenti.
Il cammino che ha portato alla nascita della Giornata Internazionale della Donna è stato lungo e tortuoso, costellato di eventi significativi che hanno contribuito a definire il suo significato e il suo scopo. Uno dei primi momenti chiave fu il VII Congresso della II Internazionale socialista, svoltosi a Stoccarda nel 1907, durante il quale si discusse della questione femminile e del diritto di voto alle donne. I partiti socialisti si impegnarono a lottare per l’introduzione del suffragio universale, ma emersero anche divergenze di opinione sulla strategia da adottare e sull’opportunità di allearsi con i movimenti femministi borghesi.
Nel 1908, negli Stati Uniti, il Partito socialista americano istituì il “Woman’s Day”, una giornata dedicata alla rivendicazione dei diritti delle donne, celebrata per la prima volta il 23 febbraio 1909. L’iniziativa americana ebbe un grande successo e ispirò i movimenti femministi di altri paesi a organizzare eventi simili.
In Italia, la Giornata della Donna fu celebrata per la prima volta nel 1922, ma il 12 marzo e non l’8. Nei decenni successivi, il movimento femminista italiano continuò a crescere e a rivendicare i diritti delle donne in tutti gli ambiti della società. Nel 1944 fu istituita l’Unione Donne Italiane (UDI) e, a partire dal 1946, la mimosa fu scelta come simbolo della Giornata della Donna in Italia.
Un’occasione per celebrare le conquiste delle donne, per ricordare le loro lotte e per impegnarsi a costruire un futuro in cui l’uguaglianza di genere sia una realtà concreta e tangibile. È un giorno per onorare le donne del passato, del presente e del futuro, riconoscendo il loro contributo fondamentale alla costruzione di un mondo più giusto e pacifico.